Intolleranze Alimentari
Questa preoccupazione è del tutto fuori luogo. Una dieta di eliminazione non solo è un sacrificio inutile, che fa vivere da malati, minando il rapporto con il cibo, il piacere di nutrirsi e anche la socialità. E' una strategia che può rivelarsi persino controproducente, quando non addirittura dannosa. E che - lo constatiamo continuamente - viene ancora suggerita da tanti, troppi esperti del settore, chiaramente ignari di evidenze scientifiche ormai tutt'altro che recenti. Un'intolleranza alimentare è innanzitutto legata al sovraccarico di alimenti assunti ripetutamente e troppo a lungo. Ma è anche, per molte e diversificate ragioni (tra cui la stessa monotonia alimentare), la perdita del controllo attivo da parte dell'organismo nei confronti del cibo, la rottura di un delicato equilibrio che ciascuno di noi ha conquistato faticosamente nell'infanzia, dovendo adeguarsi, per sopravvivere, a un'alimentazione infinitamente più ricca rispetto al solo latte materno.
Il principio guida cui guardare nella gestione delle intolleranze alimentari è che se l'esperienza di adattamento è riuscita una volta può sicuramente ripetersi. E con successo. Per superare le intolleranze alimentari è imperativo non escludere i cibi che disturbano, bensì integrarli per gradi, all'interno di un piano opportunamente studiato e individualizzato. Il rischio, in caso contrario, è di incorrere in reazioni anche gravi, fino allo shock anafilattico, qualora, dopo periodi più o meno lunghi di astensione, deliberatamente o fortuitamente capitasse di assumerli (Larramendi et alii Possible consequences of elimination diets in asymptomatic immediate hypersensitivity to fish, Allergy, 1992 Oct;47(5):490-4).